Le piu’ famose azioni di hacking condotte negli ultimi 10 anni

Le piu’ famose azioni di hacking condotte negli ultimi 10 anni

Stilare una classifica dei più eclatanti hackeraggi degli ultimi dieci anni non è facile, tuttavia abbiamo provato a raccoglierne alcuni tra i piu’ famosi.

Tra i più celebri possiamo citare la cosiddetta operazione Shady Rat, portata alla luce nel 2012 dagli esperti di sicurezza informatica della McAfee: un ondata di cyberattacchi proseguita dal 2006 fino almeno al 2010, che ha preso di mira oltre 71 organizzazioni tra contractor della difesa americana, aziende di tutto il pianeta, e istituzioni come le Nazioni Unite e il Comitato Olimpico, rubando di tutto: dai dati, al denaro, fino a preziosi segreti di stato. Secondo molti esperti, dietro all’operazione si nasconderebbe un mandante preciso: la Repubblica Popolare Cinese.

Tra i principali contendenti al titolo di maggiore hackeraggio di un’azienda privata troviamo invece l’attacco alla TJX Companies: per 18 mesi, un gruppo di hacker è riuscito a sottrarre informazioni dai database della compagnia, sfruttando un accesso wi-fi non protetto. Quando l’intrusione venne scoperta, nel 2007, i cybercriminali erano ormai riusciti a sottrarre i dati delle carte di credito di più di 45 milioni di persone. Uno dei responsabili è il leggendario hacker americano Albert Gonzales, che in seguito è stato condannato a 20 anni di carcere.

Il primato dell’attacco alla TJX durò solo qualche mese. Nel 2008 infatti fu la volta della Heartland Payment Systems, un provider di servizi di pagamento: e questa volta gli hacker riuscirono a sottrarre i dati di più di 100 milioni di carte di credito. Anche in questo caso sembra fosse coninvolto Albert Gonzales, che nel 2010 ha ricevuto una seconda condanna a 20 anni di carcere relativa al caso della Heartland Payment Systems.

Anche le console per videogames sono a rischio di hackeraggi. Ne sa qualcosa la Sony, che nel 2011 ha dovuto chiudere tutti i suoi server di gioco per colpa di un intrusione che metteva a rischio account e carte di credito di più di 70 milioni di utenti. Alla fine la crisi si è risolta senza alcuna vittima, e ora in molti pensano che l’operazione avesse lo scopo di mettere in difficoltà l’azienda giapponese, più che il reale furto dei dati.

Non solo solo privati e criminali comuni a dedicarsi ai crimini informatici. Quando è una nazione a farlo viene definito Cyberwarfare, e uno dei casi più famosi è senz’altro quello del virus Stuxnet, creato (almeno si ritiene, perché non esistono conferme ufficiali) da Stati Uniti e Israele per danneggiare le centrali nucleari iraniane, e che ha finito poi per infettare decine di migliaia di impianti industriali ed energetici in tutto il mondo.

Tra i più recenti invece possiamo senz’altro citare il caso che negli scorsi mesi ha visto coinvolto Linkedin: 117 milioni di password e dati degli utenti del social sono infatti finiti in vendita in un mercato del cosiddetto “dark web”. Il venditore è “Peace”, un hacker che ha rivelato di aver ottenuto i dati in seguito ad un intrusione del 2012, che fino ad oggi veniva ritenuta di portata molto minore.

Il Ddos, o distributed denial-of-service, è uno degli attacchi informatici più basilari: consiste infatti nell’ingorgare di dati inutili il sito della propria vittima, per rallentarne le operazioni fino a mandarlo offline. Un attacco considerato di ampia portata raggiunge normalmente i 50 Gbit al secondo di informazioni trasmesse. Nel 2011 però si assistette a qualcosa di mai visto prima: un attacco Ddos durato più di una settimana, che raggiunse picchi di 300 Gbit/s, abbastanza da far temere per la stabilità della rete europea. Si ritiene che l’autore sia stato il servizio di hosting Cyberbunker, che avrebbe lanciato l’attacco aiutato da hacker russi e altre organizzazioni come rappresaglia nei confronti del servizio anti-spam Spamhouse, colpevole di aver inserito Cyberbunker nella sua lista nera di indirizzi email segnalati come spam.

Un altro attacco balzato all’onore delle cronache lo scorso anno è quello al sito di incontri online Ashley Madison dedicato a incontri clandestini tra utenti sposati, che ha portato alla luce i dati di circa 37 milioni di adulteri.

Per finire, uno dei più spaventosi malaware mai scoperti: Conficker, un programma in grado di rubare password e prendere il controllo di un computer, e che negli ultimi sette anni avrebbe infettato decine di milioni di dispositivi in tutto il mondo. Forse più inquietante ancora, Confiker è pensato per creare una rete, o botnet, tra tutti i computer che riesce a infettare, e sfruttare il loro potere di calcolo, all’insaputa di utenti e proprietari, per effettuare attacchi Ddos, distribuire malaware, e altre cyber-attività illecite.

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